Paolo Di Nunno cede la società Lecco

I firmatari della lettera rispondono in modo chiaro anche alla richiesta di Di Nunno di “dare le colpe ai veri colpevoli”.  E rilancia: “cita l’allenatore e il direttore sportivo, allenatore ci fa capire quale?”. Già, perché , nella disastrosa stagione da poco alle spalle, sulla panchina bluceleste ci si sono seduti in quattro: Luciano Foschi, Emiliano Bonazzoli, Alfredo Aglietti e Andrea Malgrati.

“Con quale dei quattro dovremmo prendercela- prosegue  la lettera – ha prima colpevolizzato Luciano Foschi (poi cacciato), ha prima incensato e poi colpevolizzato Bonazzoli e Malgrati (poi cacciati), ha lasciato che arrivasse Aglietti (poi cacciato in malo modo) e richiamato (lei) Malgrati”.  L’attenzione si sposta poi sul direttore sportivo: “lei ci ha detto più volte e ce lo conferma-  è il prosieguo della lettera – che era ignaro di quanto accaduto a gennaio, ci sta quindi dicendo che la società, dal mercato di riparazione in poi, è entrata in una sorta di autogestione/occupazione da parte del Ds mai fermato dalla proprietà, questo ci vuole dire, e tutto questo nel corso del secondo campionato nazionale all’interno di una società professionistica?”.   

Il tenore, anche in considerazione dell’immediata discesa dalla cadetteria dopo che la si attendeva da queste parti da cinquant’anni, si fa ancora più cupo. “I risultati sono 26 punti, oltre settanta gol subiti – proseguono – quattro allenatori cambiati, diciassette giocatori acquistati, barzelletta di tutta la serie B, nonostante questo, il nostro amore non ha mai fatto un passo indietro”.  I tifosi si dicono di essere stati “pronti e consapevoli anche di una possibile retrocessione , sin dalla prima di campionato”. Ma a non andare loro giù è il modo in cui è maturata. “Vede patron – è il seguito – Lecco non le ha mai chiesto tantissimo, nessuno ha mai preteso nulla se non trasparenza, rispetto per la nostra dignità , chiarezza, voglia di lottare, e invece ci siamo trovati da soli senza una società che non si è neppure premurata di chiedere scusa per un anno tragicomico attraverso i suoi più alti organi, ovvero lei, il presidente e il direttore generale, mentre assistevamo al più grande scempio che da tifosi abbiamo visto in oltre quarant’anni di stadio”.  Indignati,  ma anche preoccupati per il futuro.

“Ora- spiegano – dice che nessuno vuole comprare il Lecco, non lo vuole comprare, o non lo vuole comprare alle sue condizioni? Sono due cose molto diverse, e l’invito è che lei venda subito a persone serie e al giusto prezzo, lasciando che la nostra vita di innamorati blucelesti continui come sempre”.   I tifosi esprimono quindi voglia di normalità. Pronti a ripartire dalla Lega Pro con le loro ugole sempre ben calde a sostenere la squadra. Ma in cerca di un assetto societario stabile che possa consentire loro di assecondare sempre molto legittimi sogni di gloria da tifosi.

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